Devo la conoscenza di Pilin a Gigliola Venturi, che aveva messo in piedi una rete di sostegno alle attività di Danilo Dolci in Sicilia..
Io diciannovenne -appena diplomato maestro elementare, disceso dalla pacifica Gubbio nelle baracche di uno dei luoghi più poveri dell'Italia del tempo, Cortile Cascino, un quartiere di a Palermo– ebbi una rete di relazioni di protezione di cui io usufrui a lungo, prima laggiù, poi a Roma quando studiavo da assistente sociale alla scuola olivettiana del Cepas, poi a Torino quando vi salii attirato dalle sirene dell'operaismo (Panzieri e i Quaderni rossi) ma più ancora dal mito della Resistenza. Con Gigliola e Pilin, la mia terza sorella maggiore e protettrice fu, grazie anche a loro, Ada Gobetti, e con lei Bianca Guidetti Serra. Un bel gruppo di donne, ai cui nomi bisognerebbe aggiungerne altri, oggi dimenticati dai più, come quello di Luisa Levi sorella di Carlo. L'amicizia con Pilin, e poi con Marcel, con Ata, con Paolo, è stato un punto fermo nella mia vita per anni. E se certamente ero incuriosito dalla possibilità di conoscere per suo tramite una certa borghesia settentrionale (grazie a Pilin conobbi Camilla Cederna, che divenne anche mia amica, Giovanni Testori, Giulio Bollati e tanti altri) molto di più lo ero dalle sue qualità semplicemente umane, dalla sua disponibilità nei confronti del prossimo, dalla gentilezza, delicatezza del suo humour. Ata ricorderà certamente le disavventure di Pilin con quel poveruomo che si chiamava (davvero!) Povero Bartolomeo e come lei le raccontava. O le complesse peripezie nei rapporti con la famiglia di Titidda, una partinecese immigrata a Torino con molti figli, ma afflitta da un marito molto maschilista, che faceva parte di quella schiera di immigrati dal Sud che accoglievo nella mansarda che dividevo con Sandro Sarti nei pressi di Porta Nuova. La pazienza di Marcel era allora qualcosa di proverbiale, soprattutto negli anni turbolenti dopo il '68... E Pilin, con la sua apparente fragilità, era una colonna. Lei e la sua famiglia sono stati un pezzo della mia vita, ma anche un episodio bellissimo della vita di Torino, in anni di grandi, irripetibili speranze, di cui è lecito avere una profonda nostalgia.
Vi sono vicino e vi abbraccio,
vostro Goffredo
Amicizia e ricordi con Pilin Hutter, signora torinese progressista, aperta, socievole e dicono generosa e spiritosa. Nata Oggero (Piera Rosa, settembre 1927) ha sposato Marcel Hutter nel 1951. Figlia unica, è stata poi madre di 4 figli e..sorella di tante e tanti. Spesso disturbata da fasi di depressione si riscattava abbondantemene quando ne era fuori. Poco cosciente invece negli ultimi 17 anni ma serena. Riposa al cimitero di Pino Torinese dal 28 febbraio.
domenica 1 marzo 2009
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